In un Paese che si vuol fondato sulla dignità della persona e sul rispetto dei diritti fondamentali non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla disumanità delle nostre carceri.
Serve il coraggio di ascoltare davvero il messaggio di attenzione e umanità di Papa Francesco, che ha voluto aprire una porta santa a Rebibbia, per affrontare una drammatica realtà fatta di sovraffollamento, assistenza sanitaria inadeguata, strutture fatiscenti, crescente numero di suicidi e autolesionismo, mancanza di azioni significative di reinserimento sociale e lavorativo.
Alle persone detenute (circa 62.500) che scontano pene e spesso attendono in cella di essere giudicate in via definitiva, in condizioni che violano la Costituzione e i trattati internazionali sui diritti umani, si nega nei fatti la speranza di una seconda opportunità, diffondendo rassegnazione e disperazione che producono violenze e conflitti, con sé stessi, il resto della popolazione detenuta, il personale impiegato.
Con cecità e cinismo il governo Meloni, approvando il decreto Caivano, è riuscito a rendere sovraffollati persino gli Istituti Penali Minorili, dove attualmente ci sono circa 570 giovani. E con il dl Sicurezza che attenta alla libertà di manifestazione e alla dignità umana promette di fare ancora peggio..
L’emergenza carceraria è una ferita aperta che interpella la coscienza civile e morale dell’intero Paese. È tempo di affrontarla con strumenti straordinari: l’amnistia, il lavoro esterno in misura massiccia, l’attuazione concreta e diffusa di percorsi di reinserimento sociale e lavorativo.
Per una giustizia che non esclude ma risana; che non si compiace di infliggere punizioni ma rieduca; che non condanna per sempre ma offre una seconda possibilità, ci ritroveremo *mercoledì 14 maggio alle ore 17* , pochi giorni dopo il 48esimo anniversario dell’uccisione di Giorgiana Masi, vicino al Ministero della Giustizia, al giardino di via Arenula/ piazza Benedetto Cairoli .
*Per adesioni :
stopcarceriminorili@gmail.com