VERDI-SINISTRA: DATI ISPRA CONFERMANO CHE INCENERITORE NON È SOLUZIONE

In questi giorni è stato pubblicato il rapporto dell’Ispra sui Rifiuti Urbani nel 2023 in cui il Lazio si posiziona come terzultimo, tra le regioni italiane, per raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Dalla lettura del documento è possibile prendere atto della performance davvero non lusinghiera di Roma dove la raccolta differenziata è cresciuta negli ultimi due anni solo dello 0,9%.

“Leggendo questi dati la prima cosa che ci viene in mente è: ma l’inceneritore è davvero l’unica strada obbligata per trattare i rifiuti a Roma? Noi, non per scelta ideologica ma in quanto conoscitori delle normative vigenti e delle tecnologie più avanzate, siamo convinti del contrario. Pensiamo sia necessario rilanciare l’economia circolare a partire dalla riduzione della produzione, attivandosi per il riuso di quanto si produce prima che diventi rifiuto e, soprattutto, passando su tutto il territorio alla ‘differenziata spinta porta a porta’ che si realizza solo abandonando la modalità, ormai scomparsa in tutte le grandi città europee, dei cassonetti stradali”. Lo dichiarano in una nota i consiglieri capitolini del Coordinamento Verdi-Sinistra Nando Bonessio, Alessandro Luparelli e Michela Cicculli. “Roma Capitale- continuano- non può arrendersi a una tecnologia obsoleta e incontestabilmente dannosa per l’ambiente, con un inceneritore a cui il Comune dovrà assicurare per più di 33 anni 600.000 tonnellate annue di rifiuti non trattati, e di elevata qualità calorica, da bruciare con un conseguente danno per tutto il territorio circostante. Arrivando all’impegno assurdo che, se contestualmente dovesse crescere la differenziata o si dovesse ridurre la produzione di rifiuti, dovrà essere la stessa Amministrazione di Roma a procurarsi i rifiuti necessari all’altoforno dell’inceneritore: le prossime generazioni vedranno colonne di TIR, probabilmente provenienti dalla Calabria o dalla Sicilia, carichi di rifiuti arrivare al sito di Santa Palomba. Così facendo, di fatto Roma rinuncia all’economia circolare e a uno degli obiettivi principali dell’agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: questo non possiamo permetterlo e non possiamo lasciarlo in eredità alle prossime generazioni. Per questo chiediamo, ancora una volta, l’apertura di un confronto con i massimi esperti del settore a livello mondiale affinché si possa essere sicuri che effettivamente questo mega-inceneritore sia utile e non sia una decisione imposta dagli interessi delle lobby del settore e attuata tramite i poteri commissariali conferiti dal Governo e finalizzati alla realizzazione del Giubileo 2025. Anche questo dato ci fa rimanere perplessi: il crono-programma prevede che l’inceneritore entri in funzione solo nei primi mesi del 2028. Apriamo una discussione e confrontiamoci: ne va del futuro delle prossime generazioni”, concludono i consiglieri capitolini.

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